Fallimento da quaranta miliardi di lire e 800 investitori truffati. Vittoria degli investitori.
La Società Girardi era una Commissionaria di Borsa che nel 1991 chiese alla Consob l’iscrizione all’Albo delle SIM nonostante fosse già in stato d’insolvenza. Gli ispettori della CONSOB avevano rilevato gravi irregolarità e ciononostante l’avevano ugualmente iscritta all’Albo delle Sim: la Girardi Sim, con il beneplacito della Consob, riusciva così a truffare gli investitori raccogliendo i loro risparmi per poi dirottarli in Banche estere o in Società di comodo, facendoli sparire.
Dal fallimento della Girardi sono scaturiti due processi: uno presso la procura di Torino per i reati di bancarotta fraudolenta aggravata e truffa con imputati gli amministratori della Girardi, culminato con la condanna degli stessi amministratori. L’altro processo ha visto imputati dinanzi al Tribunale penale di Roma il Presidente e i Commissari della Consob per abuso d’ufficio pluriaggravato, e si è concluso con una sentenza di prescrizione che gli imputati hanno accettato per non essere giudicati dal Tribunale. Non è stato possibile celebrare il dibattimento proprio per il consenso dato dagli imputati alla prescrizione.
73 risparmiatori truffati dalla Società Girardi si sono rivolti all’Avv. Pampana e con il suo patrocinio hanno citato in giudizio la Consob, ottenendo il riconoscimento del loro diritto al risarcimento del danno per omessa vigilanza ( la Consob, Commissione per il controllo delle Società e la borsa, aveva l’obbligo istituzionale di controllare la Girardi ). Il Tribunale di Roma, seconda sezione, giudice Cricenti, con la sentenza numero 2598 del 5 Febbraio 2009 ha condannato la Consob a risarcire i 73 investitori difesi dall’Avv. Pampana nella misura di 8 milioni di euro.
La sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello di Roma, sezione seconda, con la sentenza numero 46758 del 2016 ed è pendente il ricorso per Cassazione proposto dalla Consob.
L’Avv.Pampana ha già intrapreso la procedura per il recupero delle somme riconosciute agli investitori con il pignoramento della somma di 11 milioni di euro presso l’Unicredit.